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Auschwitz non è stata un'improvvisa e inspiegabile eruzione di bestiale barbarie. Si è trattato anzi di un momento di sintesi, ambiguo e perverso, dei tratti di fondo della modernità occidentale. Forse il primo di una lunga catena di orrori, frutto di una scelta consapevole, di un premeditato calcolo (Hiroshima segue di poco i campi di sterminio), il cui ultimo anello sono le recenti "guerre di pace", dove efferate atrocità vengono realizzate per fini superiori o addirittura a "fin di bene". Oggi si assiste a un'esplosione del male che, dall'11 settembre alle risposte americane in Iraq, sembra governare il mondo. La condizione attuale sembra quella dettata da un nuovo comandamento: dacci oggi il nostro male quotidiano.